Francesco Migliazza in "Faccio un preambolo"
È uno spettacolo in cui il comico, cioè l’attore, cioè l’attore che fa il comico, non so come definirlo, quello che sta sul palco. E recita. Non nel senso che finge. Cioè non penso. Cioè ogni tanto sì. Nel senso che ogni tanto penso, non che ogni tanto fingo. Comunque lo spettacolo sostanzialmente. Che poi definirlo spettacolo… ma proprio anche definirlo. È un percorso. Che è una parola molto di moda. Insieme a resilienza. È un percorso di resilienza. Non per davvero. Era per far vedere che sono alla moda. Quindi, nella realtà, lo spettacolo parla del… cioè… ALEXA, DI COSA PARLA LO SPETTACOLO?
ALEXA: questo è quello che ho trovato: È uno spettacolo in cui il comico, cioè l’attore, cioè l’attore che fa il comico, non so come definirlo, quello che sta sul palco. E recita. Non nel senso che finge. Cioè non penso. Cioè ogni tanto sì. Nel senso che ogni tanto penso, non che ogni tanto fingo. Comunque lo spettacolo sostanzialmente. Che poi definirlo spettacolo… ma proprio anche definirlo. È un percorso. Che è una parola molto di moda. Insieme a resilienza. È un percorso di resilienza. Non per davvero. Era per far vedere che sono alla moda. Quindi, nella realtà, lo spettacolo parla del… cioè… ALEXA, DI COSA PARLA LO SPETTACOLO?
Vabbè, poi quando ci vediamo ve lo spiego a voce.
Comunque io l’ho visto e mi è piaciuto.
Francesco Bolignari in "Da niente a niente""Da niente a niente" esplora con ironia feroce e dolcezza disarmante l'arte di diventare grandi: una lotta contro il tempo, il fisico che cambia, le relazioni che si complicano, e quel tarlo interiore che ti spinge a chiederti se sei davvero la versione migliore di te stesso.
Tra ricordi di partite di calcio mai giocate si intrecciano con le domande sull’amore: quello che non lascia andare, quello che non sai lasciare, e quel fragile equilibrio tra il bisogno di stare soli e il desiderio di condividere. Bolignari si muove nel caos di una vita che oscilla tra consapevolezze conquistate e insoddisfazioni irrisolte. Un viaggio personale e universale, capace di strappare risate, aprire spiragli di riflessione e, a tratti, stringere il cuore.
Uno spettacolo che mescola vita vera e riflessioni assurde, sarcasmo e fragilità, per raccontare il caos di crescere e l’inevitabile verità: è un viaggio che ci porta da niente a niente.