Corinna Grandi - Cosa sarà mai
Parlare di fertilità, maternità, femminilità al giorno d’oggi è difficile. Non tanto perché si voglia rompere un archetipo
narrato dai media o perché vi sia stato detto più del tutto, più del necessario, ma perché a nostro avviso rimane pur
sempre un tabù con il quale andare piano. Parlare della figura della mamma, della mamma oggi è come parlare degli ebrei
e non poter essere ironici, del maschilismo senza poter dare la colpa alle donne, dell’infanzia senza poter odiare per
davvero il ricatto della tenerezza.
Mettiamo una donna sulla trentina, precaria e col dubbio di essere incinta. Solo che lei non è una vittima. Lei non è solo
bella e intelligente. Lei non è solo contro la violenza sulle donne. Diciamo che possiamo aprire l’archetipo e dire che ha
qualche amante e non è una troia, ha avuto e ha esperienze omosessuali e non è confusa, odia quelli di sinistra e non è di
destra o quasi.
BIOGRAFIA
Corinna Grandi vive e lavora a Milano dove ha studiato recitazione presso il Teatro Libero e frequentato numerosi
laboratori (Paolo Rossi e la Baby Gang, Walter Leonardi, Serena Sinigaglia, Vladimir Olshansky, Paolo Nani, ...). Attrice
di inclinazione comica, si avvicina in questi anni al mondo della radio e della clownerie, e dopo alcune esperienze in tv
approda a Zelig Off e Zelig Circus nel 2013. A seguito dell’esperienza svolta con la compagnia casanova&scuderi, Grandi
e Casanova decidono di affrontare la realizzazione di un monologo il meno femminile possibile.
Questo e’ il primo monologo teatrale che affronta.
IN FACTORY…
Corinna Grandi, dopo essersi ampiamente messa alla prova con recitazione, cabaret e clownerie, decide a trentacinque anni di imporsi una sfida coraggiosa: raccontare se stessa in modo profondo e sincero, sempre all’insegna della comicità, ma senza nascondersi dietro maschere e travestimenti, nasi rossi o ruoli stereotipati.
L’attrice si presenta al pubblico di Agorà dichiarando che lo spettacolo è ancora in fase di studio, indica il leggio dal quale sbircerà il testo non ancora mandato completamente a memoria e anticipa brevemente che cosa accadrà in scena: intende rappresentare il più verosimilmente possibile lo stato di una donna in attesa del risultato di un test di gravidanza, che inganna il tempo con uno sfogo torrenziale di dubbi, paure e – seppur in filigrana – gioiose aspettative. Carolina Della Calle Casanova, regista dello spettacolo, opta per una scenografia essenziale ed evocativa; l’ambiguità degli oggetti scenici, come quella delle battute dell’attrice, giocano a mettere fuori strada lo spettatore, che si scopre così disingannato e divertito. Grandi e Casanova parlano di genitorialità senza limitare il discorso alla maternità; riescono con delicatezza e intelligenza a trattare temi quali fertilità, femminilità e sentimenti senza vittimismo o pregiudizio di genere. Con buona pace del ministro Lorenzin e del Fertility Day.
…IN IT
Davanti al pubblico di IT Festival Corinna Grandi esplica appieno le sue capacità attorali, non solo sostenendo perfetti tempi comici, ma anche creando da subito empatia negli spettatori.
Rispetto allo studio presentato ad Agorà, lo scarto è significativo: in chiusura, la donna rivolge una preghiera/invocazione a Dio, rimproverandolo perché l’ha lasciata priva di un innato e spontaneo desiderio di maternità. La nostra protagonista lo avrebbe volentieri barattato – almeno in questa circostanza – con la gentile concessione del Libero Arbitrio…
Uno spettacolo che si ha voglia di tornare a vedere, invitando anche gli spettatori allergici al teatro, certi che non rimarranno delusi. Non manca nessuno degli ingredienti che servono per uno spettacolo coinvolgente: umorismo brillante e politicamente scorretto, esecuzione tecnicamente impeccabile e la garanzia di una performance che non è mai uguale a se stessa, dato che l’attrice si concede episodici inserti completamente improvvisati. Lo studio è pronto a trasformarsi in un ottimo spettacolo.
Chiara Mignemi
foto DissolvenzeLab (Laura Pezzenati)