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Zelig Pride: Mirko Darar e Daniele Gattano
Zelig Pride: Mirko Darar e Daniele Gattano
Zelig Pride: Mirko Darar e Daniele Gattano
Mirko Darar in "Che sono gay ve l'avevo detto?"

E’ uno spettacolo di cabaret che vuole essere irriverente, provocatorio ma
anche nuovo,originale ed uno spunto di riflessione.
Mirko Darar ci racconterà principalmente di sé e di quali difficoltà ed espedienti
un ragazzo omosessuale si trovi ad incontrare al giorno d'oggi nella nostra
società. La sua è una comicità pungente, a volte cruda e schietta, di certo non
degna del più altolocato bon ton!
Ci racconterà delle difficoltà di fare coming out in una famiglia siculo-egiziana;
quali quali differenze ci sono, se ci sono, tra gay ed eterosessuali; quali
dinamiche si instaurano all'interno di una coppia gay.
E poi ancora viaggeremo attraverso il fantastico mondo degli stereotipi sui gay;
ci spiegherà perché anche le lesbiche vadano rispettate in un monologo
volutamente razzista per evidenziare la tristezza di tale comportamento.
Vogliamo parlare di cosa succede quando un gay si ritrova a guardare un film
porno eterosessuale? Oppure una rivisitazione del romanzo erotico “cinquanta
sfumature di grigio” dal suo punto di vista? O di quanto sia difficile trovare un
uomo che sia intelligente, brillante e sexy?
Ed infine, Mirko, ci racconterà di come un gay (lui) possa trascorrere le
vacanze nel costoso e sofisticato Friuli, pur essendo ligure.
Insomma, uno spettacolo da non perdere, finalmente un modo diverso di
parlare della tematica omosessuale, uno spunto per sorridere ed al contempo
riflettere.
Spettacolo sconsigliato ai deboli di cuore, alle persone facilmente
impressionabili ed agli omofobi!!!
Un ringraziamento speciale va ai comici
Daniele Raco per l’incoraggiamento a dare vita a tale spettacolo
Andrea Bottesini per l’attenzione data ai pezzi e l’aggiunta di ottime battute
Melissa Giacosa e Sara Nakchi per aver ispirato alcuni dei temi trattati.
Daniele Gattano in "Fuori"

Un microfono, uno sgabello e una bottiglietta d’acqua questi gli elementi in scena sufficienti per dar vita a uno spettacolo che crea da subito l’atmosfera di una chiacchierata informale dove lo spettatore può, anzi deve intervenire.
“FUORI” è il riassunto dello spettacolo stesso. Un vero e proprio lancio di esperienze, traumi, scoperte che con linguaggio schietto della stand-up comedy racconta in maniera autobiografica il rapporto tra il protagonista e la sua sessualità.
Si parte dal coming-out famigliare, anzi più precisamente dall’outing, parlando di stereotipi senza voler per forza allontanarli o respingerli:
“A otto anni chiesi a mia mamma una Barbie... me la regalò, io la chiamai “Clara”, come la falsa invalida di Heide; solo che mentre le mie amiche avevano “Barbie Principessa”, “Barbie Cenerentola”, “Barbie Happy-hour” io avevo ‘Barbie Clandesti- na’... infatti per non farla beccare da mio padre Clara viveva sotto al mio letto, si cibava solo di acari e l’unica amica che aveva era una pallina rossa con cui dialogava tipo: ‘Cast Away’”
In “FUORI” si parte dall’esperienza personale per abbracciare quella di tutti, giocando sui punti in comune e sulle differenze culturali che ci sono nel rapporto tra persone:
“Nella chat gay si va dritti al punto non come i poveri etero che su “Tinder” devono scomodare lo sceneggiatore di “La La Land” per uscire con una ragazza!”.
L’incontro ad un bar con un ragazzo sieropositivo diventa all ‘interno dello spettacolo lo spunto di riflessione sull’immaginario anni 80’ dell’HIV, che continua ad aleggiare con il suo alone viola anche ai giorni nostri, il pensiero del “Un po’ se l’è cercata” trova quindi forma e viene analizzato e condiviso con il pubblico.
Si passa poi al tema dell’amore, quello platonico scaturito dalle immagini social di uno sconosciuto, foto che diventano l’involucro, il packaging in cui poterci mettere sogni e mancanze personali.
Senza retorica vittimista si parla di omofobia, compresa quella presente all’interno del mondo gay stesso:
“Ad oggi l’omosessualità è come l’età... ce lai ma non la devi dimostrare!”
Insomma “FUORI” oltre ad essere il titolo è il tema pulsante dello spettacolo, uno sfogo dove la risata non è l’obiettivo principale bensì il mezzo per parlare di temi e esperienze di tutti noi..


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