Menefotto, Rocco Barbaro è un cabaret acuto con risvolti satirici che ricorda quello di altri attori dell'area milanese che hanno fatto scuola come Dario Fo, Giorgio Gaber o Paolo Rossi, comici della parola più che del gesto o della mimica.
Rocco Barbaro, in chiave ironica e con un retrogusto amaro, rappresenta il fenomeno dell’emigrazione dei meridionali verso il nord Italia: arrivato a Milano dove, a causa della sua somiglianza con Michele Placido, è costretto a fare l’attore famoso, mette in luce i classici stereotipi a cui è inevitabilmente legata l’Italia settentrionale.
L'emigrato, nella sua ansia di integrazione, abbraccia ogni teorema, compreso quello per cui a Milano un giornale che esce al pomeriggio con le notizie del mattino si chiama “La Notte”. Da qui si snodano una fitta serie di divertentissime parodie: dalla Milano che apre all’Europa e chiude all’Alfa, al consumatore stressato dal 3x2, per giungere agli attori alle prese con il famoso metodo Stanislavskij.
Proprio nelle appassionate dediche a Milano, miraggio e delusione a un tempo, Rocco Barbaro esprime al massimo le sue potenzialità comiche.
“Mio padre mi diceva sempre tu vai alle medie, poi da lì chiedi”.